È approdata su Apple TV, nuovo canale di streaming a pagamento, ormai da qualche settimana, la serie Servant. Show che pare abbia preso spunto dalla nostra saga sulle bambole reborn e il favoloso gruppo “Il mio bimbo speciale”, pubblicata su questo blog tre anni fa, ma ovviamente si tratterà di una coincidenza. Sono abbastanza lucido dal comprendere che i creatori di Servant non si siano messi a spiare il mio blog, non ho quest’ego smisurato.
Le bambole reborn, per chi ancora non lo sapesse, sono delle piccolo opere d’arte che riproducono un neonato in maniera perfetta e possono arrivare a costare svariate migliaia di euro. I motivi per i quali queste bambole vengono realizzate sono meramente artistici e quindi ci si basa sul collezionismo, ma qualcuno si spinge oltre e le utilizza per un macabro gioco di ruolo.
In Servant, invece, abbiamo una coppia che ha di recente perso un bambino di pochi mesi e, per superare il dolore del lutto, viene consigliato loro, da un terapeuta, una bambola reborn in sostituzione. Nello specifico è la mamma a non superare la cosa, arrivando a porsi in maniera grottesca e problematica con l’oggetto inanimato, al punto dall’assumere una babysitter per accudirlo mentre lei è a lavoro, ma le cose si complicano e al momento ancora non si capisce la piega che prenderà la vicenda, se virerà sul piano horror soprannaturale (il più quotato) o se su quello più in stile thriller psicologico. Qui il trailer:
Servant è una serie inquietante, dai tratti horror psicologici. Non posso dirvi com’è nel suo insieme, perché su Apple TV sono disponibili, ad oggi, solo 4 episodi su 10. Apple TV non è come Netflix, non pubblica una serie nella sua interezza, ma centellina gli episodi come se fossero sulla TV in chiaro, quindi uno a settimana. Se non volete abbonarvi a Apple TV, ma volete comunque vedere Servant, potreste attendere tra due mesi che la serie sia terminata, per poi abbonarvi alla settimana di prova gratuita e guardarvela tutta in full immersion. A me al momento sta piacendo, anche se ho delle critiche sulla trama che magari dirò qui sotto nella parte spoiler, qualitativamente ottima. Anche perché a dirigerla c’è l’indiano M. Night Shyamalan, già regista di film dal calibro di: Il Sesto Senso, The Village, Signs, etc.
SPOILER
Nella coppia è la donna ad aver bisogno della bambola, è lei ad avere un problema mentale, non il marito. Eppure, quando compare un bambino in carne ed ossa in casa al posto della bambola, pur comprendendo che ci sia la babysitter dietro allo scambio, non chiama la polizia. Siamo arrivati alla quarta puntata in cui, teoricamente, in quella casa c’è un bambino piccolo che non dovrebbe esserci e il protagonista non dice nulla per non far traumatizzare la moglie che, per non battere ciglio alla vista del piccolo, il trauma l’avrà già bello ed evidente. Spero che chiariscano…