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Se in una borsa mettessi dei serpenti velenosi e un ladro mi scippasse, io sarei responsabile?

Categorie: Riflessioni
By 02/06/2019No Comments

“Vincenzo, secondo te, se in una borsa mettessi dei serpenti velenosi e un ladro mi scippasse, io sarei responsabile di qualcosa?”

Ti risponderò con una storiella divertentissima.

Nel 1987 nella città di Goiânia in Brasile c’era un ospedale abbandonato. Chiuso perché c’era una disputa tra i medici dell’amministrazione ospedaliera e i proprietari del palazzo, ma questo non è importante. I medici responsabili del palazzo tentarono di recuperare gli oggetti e gli arredi, ma furono bloccati da un giudice che ne aveva stabilito il pignoramento.

L’edificio, per evitare che venisse vandalizzato, fu messo sotto custodia di un agente di guardia.

Una sera questo agente si diede malato, per poter andare a vedere la prima di un film con la moglie (e noi orfani di Game of Thrones possiamo quasi-quasi capirlo). Due spazzini decisero quindi di entrare nell’ospedale per rubacchiare qualcosina, ebbero “fortuna”, trovando in una sala una specie di cilindro metallico, molto curioso. Pareva un telescopio. Lo misero su una carriola e se lo portarono a casa. Quella sera iniziarono a smanettare prendendolo a martellate, l’idea era quella di rivendere il metallo a un robivecchi. Durante queste delicate operazioni ingegneristiche, i due iniziarono a provare nausea, vomito, vertigini, ma non se ne preoccuparono più di tanto, visto che la tenacia fu premiata con un regalo: una capsula misteriosa. La capsula era di 5 cm x 5 cm, compatta e pesante. Grazie a un cacciavite uno dei due riuscì a farci un buchetto rimanendo a bocca aperta, all’interno c’era una luce blu iridescente. Spegnendo le luci era possibile osservarla nella stanza.

Uno dei due geni, convinto fosse una sorta di esplosivo, tentò di dare fuoco alla sostanza, ma quella magia risultò essere ignifuga.

Il giorno dopo uno dei due decise di andare in ospedale, la mano con cui aveva aperto la capsula si era gonfiata ed era come marchiata a fuoco. Alla fine di questa storia quel braccio glielo amputeranno.

In ospedale gli bendarono la mano e, dati i sintomi, gli diagnosticarono un’intossicazione alimentare, ma la vera diagnosi era un po’ diversa.

I due decisero quindi di vendere tutta la roba a un tizio per ben 25 dollari, tale Devair Alves Ferreira. L’uomo la sera si rese conto che tra i rottami c’era una meravigliosa luce blu, si convinse quindi subito della natura sovrannaturale dell’oggetto. Non poteva che essere magico. Prese un cacciavite più lungo e scavò nella sostanza, con l’aiuto di due giovani apprendisti, ottenendo dei brillanti chicchi di riso blu luccicanti. Erano certamente pietre porta fortuna, quindi le distribuì ad amici e parenti, inclusa sua moglie. Sua nipote di sei anni, invece, ne ingerì uno accidentalmente.

Poco dopo tutti iniziarono a stare male, la prima a lanciare l’allarme fu la moglie del signor Ferreira, che andò in ospedale portando con se la polvere blu. Si scoprì quindi che quello strano telescopio era in realtà l’apparecchio per la radioterapia e che quella sostanza blu era Cesio-137, altamente radioattivo. Il suo potere magico non era quello di dare gioia e prosperità, ma di rilasciare raggi Gamma. 54 persone risultarono pesantemente contaminate dalla radiazioni, altre 250 in forma più lieve, la bambina morì, il suo corpo, altamente contaminato, fu bruciato e sepolto nel cemento in una bara di piombo, la signora Ferreira morì dopo un mese per emorragia interna, i due garzoni del signor Ferreira morirono, quest’ultimo però sopravvisse, fino al 1994, anno in cui si suicidò. 130.000 persone furono controllate in uno stadio adibito a ospedale, tutti i luoghi citati nella storia furono rasi al suolo, l’intero quartiere del signor Ferreira fu sgombrato e 250 case abbattute.

Nella scala INES questo incidente è classificato con il livello 5 di pericolosità, all’epoca fu il più grave incidente dopo Chernobyl.

Di chi fu la colpa di tutta questa storia? Dei ladri? Del signor Ferreira? Della guardia che invece di lavorare se ne andò al cinema? Del giudice che impedì il recupero degli oggetti dall’ospedale? No, accusati furono i medici proprietari delle attrezzature, gli stessi che tentarono di recuperarle.

Non era loro intenzione far del male a nessuno e risultarono colpevoli almeno sul piano civile, pensa un po’ te, con una borsa piena di serpenti, solo per fare uno sgarro a un idiota, come ne usciresti.