Cara Lorella,
voglio raccontarti una storia. È quella dell’Italia politica, ma non dai suoi esordi, te la farò più schematica. Ti parlerò di quella che va dal 2011 a oggi. Ma prima devo darti alcune nozioni di base propedeutiche, necessarie affinché tu possa comprendere in cosa sbagli.
Ieri sera sei stata ospite nella trasmissione di Lilli Gruber, Otto e mezzo, su La7 e già questo è un bel punto interrogativo, ma di cui non hai colpe. Perché invitano te in una trasmissione di stampo politico? Durante la trasmissione hai detto che le elezioni politiche dell’anno scorso sono state molto importanti, perché in Italia non si votava da molto, addirittura da 10 anni. Quando le persone lì in studio ti hanno fatto notare (imbarazzate) che, obbligatoriamente, si deve votare ogni 5 anni, stavi per giocare la carta “Laura Castelli” con “Questo lo dice lei!”, ma, invece, ti sei limitata a un ben meno enigmatico “a me risulta… a me risulta”. Cosa ti risulta, Lorella? Illuminaci.
Nell’attesa in cui tu faccia chiarezza, lascia che ti spieghi io alcune cose.
La Costituzione italiana dice, chiaramente, che l’elettore (il popolo) può votare esclusivamente per il rinnovo del Parlamento, quindi la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Stop. Il popolo non ha mai “eletto” il Governo.
Art. 92
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.
Tu sei il Presidente della Repubblica? No, quindi non hai mai inciso sulla nomina del primo ministro. Quest’ignoranza non è però tutta colpa tua, l’equivoco è abbastanza recente, perché, da circa 15 anni, i capi di partito hanno inserito il loro nome e cognome nel simbolo della lista. Questa “moda” la lanciò Berlusconi, quindi si suggeriva -erroneamente- che votando quel simbolo si scegliesse anche il Presidente del Consiglio. Ma, ti rivelo una notizia, tutte le volte che ha vinto Berlusconi, l’allora Presidente della Repubblica, avrebbe tranquillamente potuto dire “no caro, non lo fai te il primo ministro, ma voglio che della tua coalizione lo faccia Pinco Pallino.” I suoi poteri glielo avrebbero permesso. Ci sono stati molti governi che non sono “passati” per il rinnovo del Parlamento, te ne elenco alcuni (senza i doppioni):
Pella 1953
Scelba 1954
Zoli 1957
Segni 1959
Tambroni 1960
Colombo 1970
Rumor 1973
Moro 1974
Forlani 1980
Spadolini 1981
Fanfani 1987
De Mita 1988
Andreotti 1989
Ciampi 1993
Dini 1995
D’Alema 1998
Amato 2000
In tutti questi casi nessuno ha mai aperto bocca.
Parliamo adesso del 2011. Berlusconi ripete spesso che fu vittima di un “colpo di Stato”, ma la realtà è che il suo ultimo Governo non aveva più la maggioranza alla Camera dei deputati. Il Governo fu battuto sul primo articolo del bilancio statale, lo riscrissero e riuscirono ad approvarlo solo dopo aver garantito al PD che Berlusconi si sarebbe dimesso. E così fu, il PD, in aula, si astenne e Berlusconi andò a dimettersi.
Visto che eravamo in piena crisi economica e visto che era necessario inserire delle riforme mal viste dai cittadini, tipo l’IMU, la riforma Fornero, etc. Si optò per un Governo tecnico, il Governo Monti. Sempre per decisione del Presidente della Repubblica e sempre perché rientrava nei suoi poteri farlo.
Nel 2013 votammo per il rinnovo del Parlamento (che sarebbero quelle elezioni di cui non hai memoria), ma nessun partito o coalizione ottenne la maggioranza assoluta nelle due camere. Il PD ebbe la maggioranza alla Camera, ma non al Senato. Quindi fu fatto un Governo politico sostenuto da PD e PDL: il Governo Letta. Sempre con lo stesso criterio ci furono Renzi e Gentiloni. Letta, così come Giuseppe Conte, non si era candidato a guidare il Governo, né fece la campagna elettorale. Il PD e il PDL, così come la Lega e il M5S, non si erano messi d’accordo prima dell’esito delle votazioni. Solo che i mentecatti, per le politiche del 2013, usano il termine “inciucio”, mentre per quelle 2018 utilizzano il più dolce “contratto di Governo”. Ma è stata letteralmente la stessa cosa. Anzi, peggio. Nel 2013 Bersani chiese al M5S di sostenere il suo Governo, Lombardi e Crimi gli risero in faccia, ci fu la diretta streaming del loro incontro. L’anno scorso, invece, Di Maio prima provò con il PD, quando Renzi disse no si passò a Salvini con la Lega. Lo ha raccontato la Lombardi la settimana scorsa, link all’articolo. Quindi di cosa stiamo parlando?
Hai votato Lorella, ma non 10 anni fa.
Qualche risposta per gli stolti (immancabili).
- ma da quando parli di politica?
Da sempre. Il blog esiste dal 2011, parlo spesso di politica e contro tutti. Ad esempio: sul referendum costituzionale (2016), sullo Ius soli (2017), sulla legge Cirinna (2016), sul ponte sullo stretto rilanciato da Renzi (2016), Berlusconi e i referendum proposti dai redicali (2013), le primarie nel PDL (2012), F35 commento a Bersani e Berlusconi che attaccano il governo Monti (2013), etc etc. Potrei linkarne altri 2000.
- anche se lo hai fatto già prima io voglio che tu non lo faccia, perché ho nostalgia del partito fascista e ritengo di poter dire, a chiunque, cosa possa o non possa dire.
Sarai bloccato.
- la tua opinione politica non mi interessa.
Ignorala. Anche la tua probabilmente non mi interessa e, infatti, la ignoro.
- parla delle “mamme pancine” e non parlare di politica.
Te salta i post politici e leggiti solo quelli delle mamme pancine, che il cervello vi accomuna.
- Lo fai perché vuoi entrare in politica.
Nel 2013, quando i parlamentari grillini entrarono in Parlamento grazie alle primarie online, alcuni con 30 click sul sito del Movimento 5 Stelle, io già avevo più di 50.000 follower. Se davvero avessi voluto farmi votare, ed entrare alla Camera, avrei potuto farlo. L’anno scorso, invece, mi è stata proposta una lista, ho garbatamente rifiutato. Idem con le varie elezioni comunali.
- smetterò di seguirti
Bacioni!