Ma cosa è successo, di preciso, tra Dolce & Gabbana e la Cina? A cosa è dovuto questo “incidente diplomatico”? Ieri era prevista una sfilata-evento del marchio italiano a Shanghai, erano stati invitati tutti i più importanti personaggi e star del lusso orientale, un evento programmato fino ai minimi dettagli, fino all’inciampo.
Dolce & Gabbana, in occasione della sfilata, ha prodotto e distribuito alcuni video promozionali inserendovi una modella cinese, estremamente stereotipata, che -stupidamente- si accinge a voler mangiare la pizza (o un malizioso ed enorme cannolo siciliano), con le bacchette. Musichette da ristorante cinese/italiano, colori desueti e arredamenti presi direttamente dall’anime Gemelli nel segno del destino, che, per l’appunto, era ambientato nella Shanghai del 1800. I video vengono quindi criticati dai cinesi e considerati razzisti. Non si rendono conto, invece, della fortuna dell’essere cinesi e non dell’essere napoletani. Infatti, se ben ricordate, nei video Dolce & Gabbana ambientati a Napoli, c’erano i protagonisti di Trono di Spade che, per strada, incappavano nella vrenzola con i bigodini in testa, in Pulcinella con il tamburo, nella nonna che imbocca i passanti con la pasta, negli sposi intenti a farsi foto stucchevoli e tutta un’altra serie di stereotipi, che manco mi ricordo nel dettaglio. Anche lì, alle critiche, rispose Gabbana con un: “la prossima volta col cazzo che vengo a Napoli a farvi pubblicità! Brutta gente… siete lo schifo d’Italia”.
Succede che il profilo Instagram Diet_Prada, che generalmente smaschera gli stilisti quando copiano un’idea a qualcun altro, taccia Dolce & Gabbana di razzismo… a quel punto, dal profilo Instagram di Stefano Gabbana, partono dei messaggi privati diretti a una delle collaboratrici di Diet_Prada, tale Michaela Tranova, contenenti insulti alla Cina e al popolo che la abita, non tanto diversi da quelli scritti sui napoletani un anno prima. Diet_Prada pubblica quindi l’intera conversazione e la stampa cinese ha fatto il resto.
Evento a Shanghai annullato, ritiro da tutti gli store e-commerce cinesi i capi del brand e danno che, per il momento, supera i 30 milioni di euro. A questo punto Gabbana ha denunciato un hackeraggio del suo profilo Instagram, teoria che mi fa essere un filino scettico, visti anche i precedenti.
Il mondo degli influencer italiani si ferma. Tutti, eccetto una, tacciono. Perché rischiare di non essere più invitati alle sfilate a Milano?
Oggi arriva il video dove un bastonato Domenico Dolce fa compagnia al suo socio in lutto. Non ci sono vere lacrime di coccodrillo e a lacrimare non saranno neanche loro due, visto che nella lista delle persone più ricche d’Italia si piazzano al 15esimo e 16esimo posto, ma:
- l’ufficio comunicazione e marketing, il responsabile starà meditando il suicidio e sarà il primo a essere falciato;
- i dipendenti, se l’azienda avesse una perdita colossale, in un mercato importante come quello della Cina, i primi a subire dei tagli sarebbero loro;
- tutti quelli che hanno investito in Dolce & Gabbana in quei territori. A differenza di altri marchi, tipo Chanel, LV, etc… Dolce & Gabbana viene distribuito anche in boutique multibrand, quindi dei privati possono fare domanda, ordinare la merce e poi venderla. Io ho lavorato per anni in questa realtà e Dolce & Gabbana non dà la merce in conto vendita, ciò significa che il signore cinese che ha una boutique multibrand a Pechino, dopo aver speso 300.000 euro per ordinare questa merce, se non la dovesse vendere non potrà neanche renderla. Se la dovrà tenere, è anche così che falliscono i commercianti oggi.