La settimana scorsa sono stato sia a Roma che a Milano per “cose alla Distruggere” e ho colto la palla al balzo per un esperimento sociale. A Roma mi sono recato in via Condotti, per un giro negli store, con: maglione Fendi, scarpe Givenchy, cappotto Versace e con una borsa da uomo, sempre di Fendi, molto “nota” nell’ambiente del lusso, che da sola copre il PIL della Tanzania. Due giorni dopo a Milano mi sono fatto tutta via Montenapoleone, entrando nelle stesse boutique, con addosso: una tuta Adidas, piumino in piuma di acaro e scarpe da muratore. Come sarà andata?
Premetto che in entrambi i casi sono stati tutti molto gentili, nessuna scena alla Pretty Woman quindi, ci speravo. Non ho manco fatto perdere tempo a nessuno, perché la mia unica frase, in tutti i negozi, è stata “do solo un’occhiata”. Inoltre si parla di luoghi dove il tempo non passa mai per i commessi, non è Zara nei saldi, dove per riuscire a prendere una cosa devi neutralizzare l’avversario con un taser elettrico. Quindi la mia distrazione avrà giovato.
A Roma, comunque, ho collezionato: 6 biglietti da visita degli addetti alla vendita con addirittura il numero personale di uno dei direttori, 1 caffè, 2 inviti a eventi privati, visita guidata della boutique con zona riservata che affaccia su piazza di Spagna, accesso a un bar e conseguente drink. In uno dei negozi ho anche chiesto lumi sulla “borsa LiVorno”… pare non esista, ma qualcuno si è attaccato a telefono per me, chiedendo informazioni a un ufficio di Parigi non meglio precisato. Ho avuto molta libertà di movimento, alcuni addetti ci tenevano a mostrarmi alcune cose un po’ più riservate o in deposito. Sono rimasto spesso da solo con tanti oggetti incustoditi, senza antitaccheggio, e con a mia disposizione una borsa molto spaziosa e vuota.
A Milano nessuno mi ha offerto nulla e, sebbene mi avessero salutato e accolto tutti con gentilezza, non sono rimasto mai solo. Avevo sempre una presenza dietro di me (non dietro-dietro).
Risultato quindi abbastanza scontato. Avendo io però lavorato, per cinque anni, nell’ufficio commerciale di una boutique multibrand di Positano, curando anche i social e lo store e-commerce, mi sento di dare un consiglio a questi addetti: mai giudicare dalle apparenze. Positano è sicuramente più d’élite, miliardari internazionali con la pala, ma in quel negozio ci entravano anche signore grezze che quasi-quasi credevi volessero regalarti una rosa in cambio di un riparo dal freddo pungente e poi, invece, si compravano mezzo magazzino o spendevano 20.000 euro solo indicando la merce con un dito. Con la mia ex capa che poi mi inseguiva in ufficio e in deposito con la bottiglia di champagne.
Mai giudicare dalle apparenze, ripeto.