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L’EPOPEA DELLA SFIGA

Categorie: Perle Distruttive
By 05/03/2015No Comments

Candy Candy ha compiuto 40 anni. Chi ricorda il perché di questo nome?
Le due immutabili miss Pony e suor Maria accudiscono da sole, nella villetta del delitto di Cogne, quaranta bambini indemoniati. Un giorno durante una bufera di neve le due trovarono una cesta con una bambina vicino a un albero, e visto che accanto alla cesta c’era una bambola di pezza con scritto “Candy” sul vestitino, ben pensarono di chiamare la bambina così. La fortuna volle che non la trovarono accanto a una scatoletta di Simmenthal, altrimenti sai le risate per duecento puntate. Cristina D’Avena starebbe ancora lì a cercare una rima.

Comunque… si susseguono una lunga serie di eventi felici… (per una bambina abbandonata durante una bufera di neve fuori a un orfanotrofio e destinata quindi alla morte):
– la bambina non sembra avere le caviglie;
– la sua migliore amica viene adottata e lei no.
Un giorno Candy becca nel bosco un ragazzo misterioso che ribattezzerà “il principe della collina”, questo perché chiamarlo “Il biondino col piffero e la gonna” suonava male.
– viene quindi adottata dalla famiglia Legan, che non aveva proprio nulla da invidiare a quella di un gerarca nazista;
– viene quindi adottata dalla famiglia Andrew, dove si infatua di Antony che ovviamente muore cadendo sull’unica roccia presente in un prato sconfinato;
– si ritrova però due cugini acquisiti, Archie e Stear (anche quest’ultimo muore);
– viene quindi spedita in collegio e si innamora di Terence, il quale però si mette con un’altra, Susanna, a cui amputano una gamba e tenta poi il suicidio;
– si trasferisce a Chicago e scoppia la Prima Guerra mondiale;
– pensa quasi di fare la crocerossina, ma viene scartata. Cosa positiva visto che come minimo l’ospedale sarebbe andato a fuoco;
In questa epopea della sfiga si torna poi al punto di partenza, la casa di Pony, dove si termina il tutto con un bel pranzo all’aperto.
The End
Un’altra eroina? Georgie.
Georgie che corre in un campo minato, prende un bazooka ben caricato. E poi a un tratto scoppia una mina, e si ritrova più troia di prima.
Georgie, così come altre sue colleghe dei cartoni animati, è la protagonista di un’epopea basata sulla sfiga.
– La madre modello, che di notte durante una tempesta andava a passeggio in una foresta con una neonata, morì tragicamente;
– il padre adottivo, il contadino che la salvò, morì tragicamente;
– la madre adottiva la trattava una merda, tanto da far passare la signorina Rottenmeier come Mary Poppins. Tra gli epiteti più carini rivolti alla “figlia” ricordiamo: DONNACCIA!
I due finti fratelli (Abel e Arthur) invece le volevano molto bene, questo ovviamente perché Georgie non poteva venir su gobba e strabica, ma così come ci annunciava Cristina D’Avena, la giovane era munita di una “rara bellezza”. Passarono gli anni e i due fratelli adulti, quando non erano impegnati a girare spot a Capri per Dolce & Gabbana, si scoprirono entrambi innamorati della non-sorella. Quest’ultima però non conoscendo la verità, non li considerava proprio.
I due giovanotti, non se la sentivano di dirle tutto, ma al tempo stesso continuavano a corteggiarla, perché evidentemente l’idea del semplice incesto era nelle loro menti quella che lei avrebbe trovato più confortante e apprezzabile. Una sera dopo una lite manesca con la madre adottiva che le raccontò finalmente la verità, Georgie sconvolta cadde in un fiume… A salvarle la vita ci pensò Arthur, il quale essendo un esperto di tecniche mediche contro l’ipotermia, la spogliò nuda e si iniziò a strusciare su di lei in un letto. Fortunatamente Mediaset negli anni ’80 questa scena la censurò, perché altrimenti adesso io non starei qui a scrivere, ma probabilmente trascorrerei le mie giornate a strusciarmi nudo su mia sorella. O peggio, avrei potuto iniziare a provare terrore verso le visite a domicilio del mio medico di base con l’physique du rôle adatta per interpretare Giuliano Ferrara.
Georgie finalmente comprese i sentimenti dei due fratelli, però preferì scappare in nave travestita da uomo (il travestimento consisteva in un cappello) per raggiungere il suo amato Lowell, conosciuto in uno stagno qualche tempo prima. Abel partì quindi alla ricerca di Georgie, mentre Arthur decise di assistere la madre morente che schiattò di crepacuore poco dopo e da neo-orfano decise di andare anch’egli alla ricerca della bionda. Seguirono altre estenuanti vicende, fino alla fuga romantica di Georgie e Lowell che terminò quando al ragazzo venne diagnosticata la tubercolosi come a Lady Oscar, a quel punto la ragazza lo lasciò per farlo curare da una sua spasimante ricca, giusto per lanciare il messaggio: se hai i soldi puoi tutto. Arthur, dopo aver tentato il suicidio tagliandosi le vene, finì in prigione e riuscì a evadere solo grazie ai due fratelli, con i quali tornò in Australia a vivere insieme. Quindi il cartone termina con questo ménage à trois perpetuo, dove si capisce che la golosa i giorni pari si farà a uno e i dispari l’altro.
The End