Questo mese ci siamo inimicati:
• le fanatiche della coppetta (per averle paragonate con una battuta a Scientology);
• i novax (per aver condiviso un post di Burioni dove una dolce signora manifestava il suo desiderio di decapitarlo);
• i fan fanatici di Lady Oscar (per un post ironico in occasione dell’anniversario della sua morte immaginaria);
• le 50enni innamorate di Tiziano Ferro (no comment);
• i paladini della libertà di espressione in merito agli insulti sui 150 migranti morti;
e… scopro…
anche la “sinistra estrema”, talmente estrema da far apparire le BR come un servizio di catering e Laura Boldrini come la nuova Giorgia Meloni.
Praticamente mi è stato dato del “classista” (oltre al sempre attuale “misogino”), cosa che potrebbe anche starci con il personaggio, anche “Karen Walker” è classista e fa ridere così com’è, ma l’attrice, Megan Mullally, ovviamente non lo è. Però qui non si parla del personaggio, ma proprio di me. Sono stati presi due commenti scritti da me, con il mio profilo personale, sulle bacheche private di due amici, dove il mio classismo ha preso il sopravvento. Illustriamoli:
1) Nel primo ho raccontato un aneddoto, del 2006, che riguardava una mia compagna di corso all’università ad Aversa (prov di Caserta). Un bel giorno, tornando a casa, questa ragazza la trovò occupata da una famiglia indigente. I suoi genitori erano fuori da parenti, vi lascio immaginare il suo stato quando tornò a casa e si accorse che la serratura era stata cambiata, sapendo che dentro c’era tutta la sua vita. Il mio commento è stato “la mia amica e la sua famiglia hanno fatto bene a fare tutto quello che la legge prevede per poter riavere la propria casa”. Queste pagine di sinistra estrema non sono d’accordo con questa mia opinione, perché la famiglia indigente è povera per colpa della società, quindi non può essere cacciata da una casa, se ti puoi permettere una casa, evidentemente, hai più possibilità della famiglia indigente per comprarne un’altra. Certo.
2) Sotto un articolo che parlava delle architetture concepite per impedire ai senzatetto di dormire sulle panchine, io ho commentato dicendo: che i senzatetto hanno la libertà di dormire dove vogliono, che sono contrario a queste architetture su panchine, muretti e luoghi pubblici, che se non vogliono andare nei ricoveri delle associazioni umanitarie hanno la totale libertà di non andarci, che lo Stato dovrebbe essere più presente (con le nostre tasse) con gli ultimi, ma che se un commerciante decide di chiudere la propria vetrina con delle inferriate, quelle con la rientranza interna per intenderci, quindi la sua proprietà privata, non è per insensibilità nei riguardi dei senzatetto. Nel 2016 lavorai nell’ufficio commerciale di una catena di negozi nel salernitano, un paio di volte la commessa del turno di mattina, del negozio con questa tipologia di vetrine, ci chiamò in ufficio in lacrime, avendo trovato nella vetrina degli escrementi umani. Quindi le inferriate non servono solo per i senzatetto che dormono, ma per impedire a CHIUNQUE di entrare nei tuoi spazi e fare danni. I vandali, i cretini, i tossici… la lista è lunga. Poi, nel caso specifico dei senzatetto, se di sera vedo delle persone dormire in quelle nicchie, io la vetrina non vado a vederla, per non disturbare chi dorme. Quindi, se passavo di lì per caso, il commerciante avrà perso un potenziale cliente. Mi pare abbastanza ovvio. La sinistra estrema anche su questo, ovviamente, non è d’accordo. Ignorando tutti gli altri commenti, sotto a quell’articolo sulla pagina di VICE, dove c’era anche chi suggeriva di risolvere il problema con la benzina, preferendo quindi il mio solo per puro odio nei miei riguardi, ci ha tenuto a farci sapere che il commerciante, solo per il fatto di avere un negozio, fa parte di un élite. Quindi, visto che è in vigore la legge di Robin Hood, chi se ne fotte del commerciante, del suo affitto, degli stipendi dei dipendenti e delle fatture dei fornitori, le vetrine devono diventare un accampamento. Il concetto di “proprietà privata” è sbagliato e stop.
Se mi confermate che queste due cose fanno di me un classista, allora lo affermerò a caratteri cubitali: SONO UN CLASSISTA.
ps
Non le voglio manco citare le paginette in questione, mezza volta l’ho fatto e mi hanno fracassato il cazzo per giorni perché li stavo “bullizzando”, poverini, che dolci vittime.