[su_dropcap style=”simple” size=“5”]Q[/su_dropcap]uesta non sarà una vera e propria recensione, ma più una descrizione dell’incontro che si è svolto ieri a Cava de’ Tirreni (SA) tra alcuni autori di Lercio e i loro fan.
Lercio come pagina la adoro. Non solo perché fanno il verso a “Leggo”, giornaletto online che ha fatto diventare Cioè giornalismo d’inchiesta, ma perché alcune -finte notizie- le trovo assolutamente memorabili, tipo: Orietta Berti ritrovata al largo dell’Oceano Indiano oppure Papa Francesco vola in ‘economy’ e rivede la sua posizione sull’aborto.
Eppure non lo ritengo un miraggio di luce così come viene descritto da alcuni. Su dieci articoli ne trovo uno memorabile e nove insipidi. Non ci sono sfumature di grigio, c’è un bianco e nove neri. Infatti io sulla mia pagina condivido solo i bianchi (ultimamente rari). Però, visto che c’era questo evento di promozione al libro in provincia di Salerno, mi sono detto: perché mancare?
In questo bar c’erano circa venti persone che ascoltavano i tre autori seduti dietro a un banchetto, davanti a me una donna sguaiata che ha riso a qualsiasi cosa ascoltasse. Alle battute carine, a quelle squallide, al cameriere che chiedeva l’ordinazione e anche alle battute di nicchia. Tipo quelle sull’Accademia Della Crusca con cui Lercio ha una sorta di amicizia. Di nicchia perché, con un po’ di malizia e sguardi complici, uno degli autori parlando della Crusca ha detto “stava per nascere un cruschino”, in riferimento forse al fatto che la pagina Facebook della Crusca e il profilo Twitter vengono gestiti da due ragazze, quindi quando si parla di vagine bisogna necessariamente usare frasi ambigue. Questa battuta quindi è stata chiara a loro, a me e (pare) alla sguaiata… che a questo punto mi sento di invitare a uno spettacolo di Simone Schettino, giusto per farle esplodere le coronarie.
Un’altra uscita infelice c’è stata quando, sempre questo genio dell’umorismo di cui ignoro il nome, ha detto, rivolgendosi ai “terroristi in sala”, che qualora loro fossero stati uccisi, di autori ne sarebbero venuti altri. Un omaggio, se così possiamo definirlo, alla redazione di Charlie Hebdo. Spassosissimo.
La redazione di Lercio veniva spesso decantata, si finiva quasi per immaginarla come quella di Repubblica, quando quest’ultima fa le riunioni in diretta streaming. Poi vai però sul sito di Lercio e trovi alla voce “Redazione” (tra gli altri), nomi di fantasia, avatar di Homer Simpson e divinità egizie.
Gioco finale, una ragazza del pubblico è andata lì al microfono e, con una verve che avrebbe quasi legittimato un Oscar alla Arcuri per ‘Pupetta’, ha cercato di indovinare le notizie vere da quelle di Lercio proiettate su una parete. Del tipo Preghiere non esaudite: Vaticano ritira dal mercato milioni di santini difettosi e lei “Non saprei… chiedo l’aiuto del pubblico.”
Il libro “Un anno di Lercio. Il 2014 come non lo avete mai letto.” Rizzoli Editore.
Anche in questo caso, un grosso editore. Hai 500.000 fan? Sei idoneo per scrivere un libro.
Lo consiglio? Mmm no. Tranne qualche inedito, la maggior parte del materiale è gratis online. Con 15 euro ci comprate ai mercatini 8 capolavori di Agatha Christie.